selenevalentina

venerdì 15 febbraio 2013

FINESTRA

 
Dipingo una finestra
su immaginariomuro.
Spalancata per vedere
un mondo di colori.
Gonfia il mare l'onda
sulla riva la sospinge.
Schiuma bianca di risacca
irrora il viso e le mie mani.
Sale sulle labbra
forse mare forse pianto.
Bagna l'onda le caviglie.
Nuoto fino all'orizzonte
dove il sole va a dormire
per rimboccargli le coperte.
Chiudo i vetri sulla notte...
Sulle labbra ancora sale.

PANCHINA



Triste, silenziosa
la panchina.
Il parco solitario
la circonda.
Dormienti alberi
freddo candore.
La solitudine la invade
le preme il cuore.
Non innamorati
a scambiarsi amore
in questo giorno
di San Valentino.
Non un nonno
ne un ridente bimbo.
Nessun passante
che si senta stanco.
Corre il tempo
la sera s'avvicina
e un giorno inutile
avrai vissuto...
Vengo io col pensiero
che tutto mi fa fare.
Su te mi siedo
e ti dono una poesia.
Non sarai più sola.
Una Valentina
ti farà compagnia.

martedì 12 febbraio 2013

PROVE D' ORCHESTRA



Del teatro la penombra mi accoglie.
Nell'ultima fila mi siedo.
Oggi PROVE D'ORCHESTRA.
E' un rincorrersi nell'aria
di Rare note di violini, di ottoni
di accordi di arpeggi.
Mi raggiungono in fondo alla sala
mi porgono il loro saluto
e tornano sul palco illuminato.
Poi, il gesto, che il silenzio chiede
nell'attimo che resta sospeso.
Una nota, la prima.
Irrompe di Beethoven sinfonia.
Di schiller le parole
che già io conosco
il coro solenne intona.
Quell'Inno alla Gioia
che il teatro ricolma.
Verso me si tuffa
mi abbraccia, mi avvolge.
mi sommerge e m’abbandono.
Leggera la mente s'invola
alla ricerca pressante
di un personale Inno alla Gioia.
La mano di un'amica preziosa
che stringe la tua.
Un pane donato a simbolo
di fede, d'amore, di casa.
Una voce, la sua
che sempre più cara diventa
e una lirica legge per te.
Un abbraccio e parole.
Ancora parole che mai bastano
al raccontare intrecciato.
Canta il coro parole straniere.
Comprensive sono al mio cuore.
che già il testo ha scritto
del personale, Inno alla gioia.

giovedì 7 febbraio 2013

LA TENTASJON



Ven azvén picén, t’voj contèr ‘na cosa
mi son rivé ala me eté, parchè ‘n-t-la vitta
m’son sémpor continté e t’zur che dil’volt
l’è stè dificcil un bel po’.
L’’era dur dover arnonsjer
quand l’ocasjon la me dzèva ed provèr
mo stricheva j oc’e còrreva lontan.

Al guèrda al non e la trapla con al formaj
al drisa la covva e al corra via al sorghén
al va a rozghér con pjazér un giornèl
che la rezdora la miss in-t-al solèr..

martedì 5 febbraio 2013

GALENNA



Gh'è iNaria strana stamaténna in t u pulà
perché el galénne j an decisu de sciuperà.
J en stuffe de sente di

"Te gh'è in servelu cumme ina galénna".
Propriu lu, che i se dan da fa fen dalla maténna?
Cumme a farisse a padronna a preparà
el turte, el tajadelle e j anulen
per Pasqua, Natale e anca per San Marten?
E pò, cumme mai vunna de lu
ogni tantu a sparissa?
A va forsi in vacansa o in donde a finissa?
Ma a padronna che l'à capì a situasion
a ghe dumanda perdòn
e a ghe prepara in bel paston.
E dighe che i mangena
che i fan u brodu bon.

lunedì 4 febbraio 2013

IL GOMITOLO




Non mi è amica la noia.
e forse è solo rimembranza
quello che la mia mente
oggi percorre.
Sprofondo il corpo
nella comoda poltrona
sprofondo la mente
nel mare dei ricordi.
Mi tuffo e mi rituffo
portando in superfice
fili di attimi di vita.
Leggeri, colorati alcuni
pesanti di lacrime intrisi, altri.
Di tutti ne faccio un gomitolo
e peso greve sul grembo diventa.
che il cuore opprime
ma che quasi non voglio lasciare.
Entri tu, nella stanza in penombra
e il gomitolo vola leggero
dietro alle mie spalle.
Voglio vivere il presente con te
e in futuro ti sarò madre ancora
amica e presenza discreta
…. se tu lo vorrai.

venerdì 1 febbraio 2013

SOLITUDINE




Tu che in questa vasta foresta
sempre hai cercato
l’albero più alto da scalare.
E ogni volta giunto alla vetta
lo sguardo attorno giravi
per scoprire una cima più alta.
E a ogni scalata, dietro di te
lasciavi uno strato scivoloso
di indifferenza e di sprezzo.
Dei sentimenti alla porta
assi di legno inchiodavi
per non avere ricordi.
E lì ora dalla vetta
attorno ti guardi e scopri
che sei rimasto solo.
Ansiosamente guardi giù
ma nessuno ti ha seguito.
sul sentiero che impenetrabile
hai reso. E la ragnatela
è troppo fitta, intricata perché
nella fretta hai dimenticato
di schiodare le assi.
Lacrime amare scivolano giù…
Forse non è ancora troppo tardi
se uno spiraglio di luce
dal fondo ti appare.