selenevalentina

domenica 24 novembre 2013

CORIANDOLI

Foto: coriandoli di foglie

Non bimbi allegri, ridenti
con maschere e stelle filanti
che ricoprono piazze e strade
con coriandoli multicolori.

Coriandoli ora di foglie
da Autunno acquerellate
che ricoprono viali e giardini
con tappeto di omogeneo colore.
Ne fa, inconsapevole il vento
girotondi senza parole.
Non bimbi a correre intorno
passi rapidi, privi di soste
che il freddo invita al rientro.

Non cercare in loro tristezze
è riposo, che alla vita riporta.

sabato 9 novembre 2013

GRATTA E VINCI

Era ancora un ragazzino, quando aveva cominciato a lavorare. Aveva fatto migliaia di chilometri, mentalmente, insieme a quel nastro trasportatore, che gli scorreva davanti. A lui aveva confidato sogni, speranze, l’ansia e la paura per il suo futuro. La sua, era una famiglia modesta, dove era difficile accantonare qualche risparmio, per le evenienze impreviste e questa era stata una preoccupazione, che non lo aveva mai lasciato. Poi un giorno, a quel nastro, che correva in fretta, aveva confidato Il primo amore e in seguito, il fidanzamento, il matrimonio, la nascita del figlio, le gioie, i dolori, i sacrifici, compagni di ogni famiglia. Ma oggi, era un giorno di festa perché, dopo quarant'anni di lavoro, era andato in pensione. Lui e la moglie erano ancora giovani, il figlio era sistemato e aveva una bella famiglia, quindi potevano godersi un pochino la vita. Certo, con la liquidazione, non avrebbe potuto acquistare quella bellissima villa, immersa in un grande parco, appena fuori dal paese, che aveva visto nella pubblicità, di un'Agenzia Immobiliare ma, qualche viaggetto, se lo sarebbero potuto permettere. E forse, poteva mandare in pensione anche quella benedetta ansia degli imprevisti. Si fermò dal giornalaio per comperare una rivista e vide diverse persone che si lasciavano tentare dai vari, gratta e vinci. Non ne aveva mai preso neppure uno, pensava che fossero soldi buttati e non aveva molta fiducia nella fortuna. Quello però era un giorno speciale e si lasciò tentare. Con la rivista in mano e il biglietto nella tasca, ritornò a casa. Si accomodò sul divano del salotto, prese il biglietto, cercò una monetina per togliere la patina dorata con un poco di apprensione. Il telegiornale stava dando le ultime notizie e lui si fermò ad ascoltare poi, decisamente, raschiò la vernice e cominciò ad urlare per la sorpresa. Aveva vinto quel meraviglioso superpremio ambito da tutti... Ora si che poteva acquistare quella villa e altro ancora. Nel giro di pochi giorni fece tutte le pratiche e in men che non si dica si trovò nella nuova casa. Era meravigliosa, con una grande veranda, una cucina con tutti i più 
moderni elettrodomestici, arredamento favoloso e nel parco, anche un laghetto con tanti pesci guizzanti, per soddisfare la sua passione per la 
pesca. Per il piacere della moglie, c’erano aiuole con ogni specie di fiori e un roseto, che emanava un intenso profumo. Stanchi per la pesante giornata, erano andati a dormire e al mattino fu il cinguettìo degli uccellini a destarlo. Andò in cucina, il caffè, caldo e fragrante era già pronto e sul tavolo, una fruttiera con frutta fresca. Non c’era presenza della moglie ma pensò, fosse indaffarata con il giardino. Decise, che quella mattina, avrebbe fatto un giro fino al paese, per provare la nuova bicicletta. Indossò una tuta sportiva, prese il mezzo dal garage e imboccò il vialetto principale, che conduceva al cancello del parco, da cui si accedeva alla statale. Pedalò per parecchi minuti, mentre ammirava la bellezza, che lo attorniava e all’improvviso si ritrovò al punto di partenza. Cominciò a ridere da solo. Era stato talmente intento ad ammirare i suoi i possedimenti, che aveva sbagliato il percorso. Tranquillo ripartì, stando attento a non sbagliare di nuovo ma dopo pochi minuti, si ritrovò ancora davanti all’ingresso della villa. La cosa cominciò a preoccuparlo. Certo il parco era vasto, forse doveva mettere qualche segnale nei vialetti per non confondersi. Ripartì e stette bene attento a non uscire dal viale principale ma, ancora una volta si ritrovò davanti alla villa. Scese dalla bici, entrò in casa per bere un bicchiere d’acqua e della moglie ancora nessuna presenza. Uscì di nuovo, cercando di mantenere la calma, inforcò la bici, cominciò a pedalare con sempre maggiore energia. Provò e riprovò per molte volte e ogni volta, che si ritrovava allo stesso punto, sentiva che l’angoscia si stava impadronendo della sua mente. Che cosa stava accadendo? Era prigioniero della sua casa? E la moglie dov’era? Con il cuore in gola, sudato fradicio cominciò ad urlare il nome della sua compagna. All’improvviso si sentì scuotere mentre la voce della moglie lo riportava 
alla realtà. Si guardò attorno e comprese, che si era addormentato 
davanti al televisore nel suo vecchio salotto e aveva avuto solo un sogno, anzi un incubo. Sentì la moglie che diceva “Che cosa stavi sognando di tremendo? Mi chiamavi in modo disperato. Che cos’hai in mano? Un gratta e vinci? Ma non hai ancora tolta la vernice? Dammi faccio io.” Lui la guardò 
compiere l’operazione, mentre il groppo in gola stava ritornando. Lei gli 
riconsegnò il biglietto, con aria delusa, dicendo, che non c’era nessuna vincita e non capì, perché il marito cominciasse a ridere per la felicità, mentre l’abbracciava e la faceva piroettare intorno al tavolo.

giovedì 7 novembre 2013

VECCHIA SOLITUDINE


Tanti anni da contare
peso sulle spalle.
Tanti ricordi da raccontare
forse molti dimenticati.
Quante albe, l'avranno vista sveglia
indaffarata in chissà quali cose.
Quanti tramonti, avrà atteso
per riposare, accanto a qualcuno.
Avrà passato notti insonni
timorosa, per una febbricitante culla.
Avrà chiuso gli occhi. in un dovuto gesto
mormorando, una preghiera viatico. 
Sarà stata giovane, allegra
forse bella, forse ammirata.
Avrà percorso una lunga vita
con spine da evitare.
Mai saprò di lei
neppure una sola cosa.
Vorrei prenderla per mano
anche per un minuto solo.
A volte può bastare
anche solo un piccolo gesto
perché in una vecchia solitudine
si accenda, in uno sguardo triste 
un filo di speranza.

lunedì 4 novembre 2013

LEI

Quando sola, nella stanza senti in fondo
qualcosa, che da tempo ormai ti manca. 
Non importa, Se alba o tramonto.
Se scalda il sole o pioggia bagna, che t'importa.
Un abbraccio, avuto o non avuto.
Un consiglio, ascoltato o mancato.
Guardi su, in un punto indefinito
dove sai, di trovare sostituta.
Puoi parlare, raccontare, piangere anche
senti dentro, che LEI, ti può ascoltare.
Puoi poggiare il capo su una spalla
e sentire, anche se non è presenza
una mano, che accarezza i tuoi capelli
Puoi trovare, risposte inaspettate
percepire leggerezza, che t'invade
e solitudine riesce a dissipare.
Ti abbandoni a una musica, che fa sfondo
a un desiderio, che ora è appagato.