SENTIERO
Me lo
ricordo sai, quel sentiero
dove la
salita ho cominciato
senza
nessuno
che per mano
mi tenesse.
Lo sguardo
spinto intorno
nel mio
breve orizzonte
per
imprimere cose, da conservare.
Per
imprevisti sassi, sono caduta
trovando la
forza per rialzarmi.
A volte
giacevo, troppo ferita
la mente
vuota, senza illusioni.
Avrei voluto
che la
polvere mi ricoprisse
per più non
dovere
aggiungere
altri passi.
Poi, forse
una voce, un fiore, ilvento
ripuliva la
mente e mi tiravo su.
Se
l'orizzonte, più breve diveniva
la fantasia,
spingevo lontano.
Sembrava
s'aprisse
allora la
mia mente
appagando di
nuovo, il mio oltre.
Non so,
quanti e quali sassi, incontrerò.
Non so se
cadrò o se ritrovate forze
passo dopo
passo, mi sosterranno.
Se non avrò mani,
dove aggrapparmi
una con
l'altra, le mie stringerò
fino a
quando, il già scritto, durerà.