selenevalentina

sabato 31 gennaio 2015


 

 

SENTIERO

 

Me lo ricordo sai, quel sentiero

dove la salita ho cominciato

senza nessuno

che per mano mi tenesse.

Lo sguardo spinto intorno

nel mio breve orizzonte

per imprimere cose, da conservare.

Per imprevisti sassi, sono caduta

trovando la forza per rialzarmi.

A volte giacevo, troppo ferita

la mente vuota, senza illusioni.

Avrei voluto

che la polvere mi ricoprisse

per più non dovere

aggiungere altri passi.

Poi, forse una voce, un fiore, ilvento

ripuliva la mente e mi tiravo su.

Se l'orizzonte, più breve diveniva

la fantasia, spingevo lontano.

Sembrava s'aprisse

allora la mia mente

appagando di nuovo, il mio oltre.

Non so, quanti e quali sassi, incontrerò.

Non so se cadrò o se ritrovate forze

passo dopo passo, mi sosterranno.

Se non avrò mani, dove aggrapparmi

una con l'altra, le mie stringerò

fino a quando, il già scritto, durerà.

 

giovedì 29 gennaio 2015


 

 

 

 

CASALE

E'notte...

Si desta l'assopito pensiero.

Ritorna al vissuto di ieri.

Faticoso rintracciare il sentiero,

fra sterpaglie e rovi pungenti.

Alberi, che incrociano rami

nascondono a tratti, il cielo.

Pratoline, tarassaco e malva

occhieggiando a tratti qua e là

disegnano, chiazze variate.

Ansimante il respiro, quasi s'arresta

di fronte al vecchio casale.

Bocca vuota, muta, sdentata.

Ragnatele, con trame e orditi

fanno occhi ventesimisti.

Embrici, sbocconcellate dal tempo

ricoperte da muschio invadente.

Un melo contorto, che più frutti non da

s'ostina a vegliare sul nulla.

Una lepre, stupitasi ferma

Mi guarda e poi fugge via

Spaventata, da insolita presenza.

Nella conca più in basso

accovacciato, c'è ancora il laghetto

abbeverato, da un rivolo lento.

Ancora c'è vita. Un guizzo qua e la.

Nessuno prepara più l'amo

per avere una cena diversa.

Chiudo gli occhi. Non esiste pulsante,

per cancellare nella mente, la foto.

Resta fissa, nelle retine tristi.

E' notte...

S'assopisce il pensiero

cercando nel sonno, l'oblio.

 

mercoledì 28 gennaio 2015


Foto di Flavio Nespi

 

Gesù

 

Tu, che ti sei fatto Bambino

per crescere insieme a noi

Indicaci la strada

da percorrere con Te.

Non sarà sempre facile

Ci saranno tratti pianeggianti

Forse ostacoli e muri

Che insuperabili sembreranno.

Tu ci darai la forza

per condividere insieme

la tua RICREAZIONE.

Per poter sperare ancora

in un mondo migliore.

BUON NATALE

 

 

 

ALBERO

 

A stento ritrovo il sentiero

che di anni, ne sono passati.

Ancora, sbocconcellato dal tempo

coperto da terra e erba incolta

il muretto a secco sulla destra

di tratto in tratto m'accompagna

fino all'allargarsi della radura.

Passo passo, ripercorro i ricordi.

Era qui, ne sono sicura.

Un dosso, un faggio, una roccia.

Una felce, un rovo di more

ed ecco, davanti mi appare.

Un seme, avevo interrato

affidandolo a Madre Natura.

Lo ha accolto, nutrito, cresciuto

Perché un giorno,  venissi a cercarlo.

Ora è lì, tronco forte, ardito

e rigogliosa si allarga la chioma

Lo abbraccio, con un bacio lo sfioro

il viso appoggio, che dentro al cuore

quasi figlio cullato, lo sento.

Il vento leggero, lo accarezza

smuovendo lentamente le fronde.

Guardo su, un sussurro mi giunge...

"Grazie, per la vita donata.".

 

QUASI NATALE

 

Ferma

sul ponticello di legno

assorta scruto

lo scorrere torbido del torrente.

Raccoglie

lacrime del cielo

cadenti

su contrapposte sponde.

Ancora

una scuola violata.

Ancora

incolpevoli a pagare un odio

che sembra non aver fine.

Vorrei

che s'allungasse un ponte

a unire

sponde non più ostili.

Vorrei

che popoli discordi

si bagnassero insieme

in unfiume

con acque limpide di pace.

Ed è quasi Natale...

 

 

martedì 27 gennaio 2015


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PRESEPE DI PANE

 

Autunno...

Terminata ormai la semina.

Un segno di croce e il contadino

La mano stende a benedire,

quei piccoli semi, che daranno

PANE.

PANE

Impastato da donne con amore.

Un segno di croce

sulle grosse micche inciso

e dal forno, profumo spanderà.

Sul tavolo tagliato a fette

Sarà, cibo benedetto.

PANE

per accogliere il BAMBINO

che sorridente benedice

stendendo la manina.

 

 

DIECI ANNI

 

"Ciao piccolina

mi sento solo oggi

vuoi farmi compagnia?

Lo sai che ti sono amico.

Se mi accompagni al mercato

una bambola ti donerò.

Facciamo un gioco divertente?

Ti metto questa cintura

che riempiremo di caramelle.

Tu cammina avanti a me

Non ti devi mai voltare

Altrimenti che gioco è? .

Vai dove c’è molta gente

Dove le mamme fanno spesa

Sorridi a chi ti guarda.

E saluta educatamente.

In quel momento fra le braccia

Una bambola ti metterò”

 

Una bambola, non ha mai stretto.

Ora gli angeli la fanno giocare

Che non abbia tempo per capire

L’assurda crudeltà umana…

 

per non dimenticare


 

Era uno dei soliti viaggi di piacere, organizzati in Passato? No, questo era stato dettato da un sentimento diverso. Qui, non era l’interesse per usi, costumi cucine etniche, che volevi conoscere. Qui, volevi approfondire, quello letto, in tanti anni di ricerche, di film e documentari visti… Era rigido quel gennaio… Dal filo spinato pendevano ghiaccioli. La neve era alta e il freddo riusciva ad oltrepassare il pesante giaccone. La guida, parlava, spiegava, invitava a proseguire… Tu, non riuscivi a staccare gli occhi da quelle spine. Ne percepivi quasi il dolore fisico, provato da chi, inutilmente aveva cercato di scavalcarle. Baracche… Povere baracche. Giacigli, indumenti e scarpe. Piccole molte. Pensi a quei piedini, che tanto avrebbero potuto camminare. Pensi alle mani crudeli, che li avevano fermati. Forse quelle mani, tornando alle loro abitazioni, accarezzavano bambini, curati e coccolati… Le docce… La guida invita ad entrare. Il timore comincia a salire in gola. Dentro, buio pesto. Il portone, si chiude alle spalle. Il catenaccio scorre. Fuori, sibilo di vento. Sembra il sibilo del gas letale. Paura palpabile. Attorno respiri, un pianto trattenuto. Fermi il grido, che vuole uscire… Il portone si apre. Sei fuori. Il vento non riesce a spazzare via, tutte le tue lacrime. Accanto una sconosciuta, singhiozza. Uno sguardo, un abbraccio… Emozioni condivise… Per non dimenticare…
BOUGA
 

 

BOUGANVILLE

 

Ricordi?...

Le corse a piedi nudi

nell'erba nuova

dal sole riscaldata.

Sotto alla bouganville

Che profumo spandeva

ansimante si fermava.

Teneva ferme le tue mani

al muro appoggiata.

Adagio respiravi

fra i lunghi suoi capelli.

Sprofondando

in fondo alle pupille.

Adagio

le mani tue lasciava.

Socchiuse, le labbra in attesa...

 

 
NVILLE