RIFLESSIONI
DI UNA CASA
Vi starete
chiedendo se una casa, può mettersi a fare riflessioni. Ma quando una casa è
vuota da molti anni, che altro può fare? Accoglievo una famiglia, già nel
milleottocento. Certo la disposizione delle stanze era diversa. A piano terra
c'era la stalla e sopra di essa il fienile. Nelle altre stanze c'era la cucina
e le camere da letto. Anche nelle altre case, di questo grande cortile, la
disposizione dei vani era quasi uguale. Le cose, sono cambiate, dopo la seconda
guerra mondiale. Le stalle sono state spostate in altre costruzioni e le
abitazioni, rese più confortevoli. Non avete idea, di quanti bambini abbiamo
visti nascere, crescere e anche andare via. Dico "abbiamo" perché io
sono la casa principale ma, ho altre due sorelle e altre amiche intorno.
Dunque, parlavo dei bambini, ma le donne dove le mettiamo? Quante ce n'erano,
impegnate fra casa, stalla, campi e figliolanza? Il rumore del trattore è
giunto, molti anni dopo e le mucche finalmente, non hanno più dovuto tirare
carri, ricolmi di erba, fieno, covoni o casse colme di grappoli maturi. I
bambini si sa, crescono, scoprono la vita in città e si allontanano. Restano,
fin che possono gli anziani e piano piano, se ne vanno anche loro. Io penso e
ripenso a tanti episodi allegri. Alle sere a parlare, a giocare a carte gli uomini,
a Fare calze o rammendare, le donne. Ricordi anche tristi. Di malattie, di
anziani che chiudevano gli occhi e di guerra. I tedeschi, si erano accampati
proprio qui. Avevano accusato Maria, di nascondere il marito e non avevano
creduto al suo diniego. L'avevano portata prigioniera in un altro cortile, nel
tentativo di farla parlare. Piangeva lei, che aveva dovuto lasciare i figli
piccoli ad una vicina, con il cuore stretto per la paura. Per giorni l'avevano
tenuta prigioniera, prima di capire, che diceva la verità. L'avevano riportata
a casa e con i suoi bambini accanto, l'avevano costretta a preparare,
pastasciutta per tutti. Cucinava trattenendo le lacrime, per non spaventare i
figli e tirato un sospiro di sollievo, quando se n'erano andati. Potrei continuare a raccontare per mesi ma,
forse queste cose, a molti non interessano. Allora me ne sto zitta, ascoltando
il tempo che passa. Al sole che non può entrare, fermato da scuri chiusi.
Nessun bambino, nessun vecchio, neppure un gatto. Mi resta solo una speranza,
che un giorno qualcuno passando, si innamori del grande, verde panorama,
dell’aria pulita, del silenzio, della tranquillità e decida, di riportarci alla
vita. Dite che è utopia? Allora vi chiedo, per favore, di lasciarmi almeno
sognare...