selenevalentina
sabato 14 ottobre 2017
SELENE
Stamattina la luna
tra il camino e l’antenna sul tetto
si è fermata a salutarmi.
Nomade ha proseguito l’andare
verso quel lontano infinito
che mai conoscerò.
Cosa preziosa a lei ho affidato
e con pensiero d’amore, l’accompagno.
Oltre ai gabbiani, che tratteggiano l’aria.
Oltre la nave che all’orizzonte si staglia.
Ascolta forse la preghiera dello scoglio
che attende l’abbraccio dell’onda?
Se una nube la cela allo sguardo
è quel raggio leggero d’argento
che stretto fra le mani mi guida.
Non carte, non bussola, mi guida la scia
di un empatia, che ostacoli non ha.
Se stanchezza gli occhi mi chiude
come figlia a lei mi affido
mi adagio e materna mi culla.
giovedì 12 ottobre 2017
Foto di Paola Malvezzi
URLO DEL MARE
La rena ancora calda di sole
Mi invita nel vespro a restare.
Tuffo lo sguardo nell’orizzonte.
Il tramonto arrossa le acque, le incendia.
Raccolgo la piccola, bianca conchiglia
che un’onda audace mi dona.
La guardo, nell’incavo una goccia rimasta.
Lacrima salata di dolore?
Urla il mare, alzando l’onda.
Urla contro rive, scogli e falesie.
Ha raccolto corpi di anime perse.
Di braccia senza forze, che lasciano bimbi
buttati come prodotti scaduti.
Il pianto si spegne nel fondo
e la sabbia amorosa li copre.
Anime, che mai avranno nome.
Urla il mare, il dolore la rabbia
sperando che l’uomo, accolga la voce.
L‘ombra s’allunga, invita al ritorno
La casa sicura mi accoglie
e ancora la mano chiusa, forte stringe
la piccola conchiglia donata.
La guardo, un bacio la lacrima asciuga
lasciando sulle labbra l’amaro.
Nel cuore una muta preghiera
che il mare, non debba più urlare.
domenica 1 ottobre 2017
Oggi si
festeggiano i nonni. Auguri
U NEVUDEN
-U rida con
j angeli- A disiva a nonna.
E a la
cuvava con u pensieru cul nevuden
dai cavì
rissi e neigri e j oci
pussè azurri
de in cielu a primaveira.
-U rida con
j angeli-
A l'à lavà,
vestì. Curà a gh’à insignà a parlà
che i zuveni
i gh'avena da lavurà.
L'era dura a
vitta in montagna
e i se
contentavena
de cullu che
dava a poca campagna.
U ghe n'ava
adré in te l'ortu
u fava el
curse in tu curtile adré al galenne
e u
s'incantava a vardà u vuru del rondanenne.
U l'à vista
vignì vecia a so cara nonna
e u ghe
vuriva sempre pussè ben.
Quande da
grande l'è anà in città per lavurà
u turnava
spessu e u l'anava a truvà.
Dopu in
giurnu u l'à truvà in tu lettu
tranquilla e
pronta per anà avanti.
U gh'à tegnì
stretta a man, u l'à basà
sensa fase
incorse che l'era disperà.
Quande l'à
serà j oci l'è restà suridente
-A rida con
j angeli-
L'era u
pensieru che u nevudu u gh'ava in ta mente.
Foto di Flavio Nespi
OTTOBRE
Ha paura la piccola foglia
che stanco, il ramo più non regge.
Il vento la porta lontano nel vuoto
e piange l’ultima lacrima di linfa.
La accoglie materna la terra.
Le parla, la culla e lei s’addormenta
diventando, tappeto nel bosco.
Profumo d’autunno
nell’aria
Che Ottobre sa cambiare colori.
Verde muschio e funghi nascosti
Che gioia porteranno in cucina.
Il piccolo cane, annusa l’intorno
Gira,va avanti e ritorna
Abbaiando comincia a scavare
E
appare, il tubero prezioso.
Che ne dite, di un risotto al tartufo?
Iscriviti a:
Post (Atom)