selenevalentina

mercoledì 28 maggio 2014

TREBBIATURA


Profumo nell'aria di torte nostrane
di riso, patate e anche di erbette.
Pancetta stagionata, con la riga rossa
conservata in cantina, per l'occasione.
Il sugo, borbotta pian piano
le tagliatelle, stanno aspettando.
Vociare di grandi e piccini
tutti pronti a dare una mano.
Là, al centro dell'aia, come regina
la trebbiatrice, già scalda il motore.
Grandi sacchi, con la bocca aperta
accolgono il cadere di chicchi preziosi.
Ampi gesti, per seminare
sperando, che coltre, fosse la neve 
e che il gelo, non bruciasse piantine.
Pane quotidiano è il risultato
dalla madia tolto e sul tavolo posto. 
Da femmineo gesto, la benedizione. .
Per diventare, cibo di Dio.
Polvere, sudore, cappello in testa
e labbra asciutte da bagnare.
che il mezzo vino rinfrescava.
Forza, che domani c’è un’altra aia.
Ricordi di un tempo passato.
Non computer, rete o TV
Comunicazione, era condivisione…






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