selenevalentina

giovedì 31 maggio 2012

Albero di pace





Statico è l'albero
ma i rami tende, allunga
verso il chiarore.
Chiarore di pace che ama.
Lentamente s'inoltra
tra meridiani e paralleli
a ricoprire il mondo.

lunedì 28 maggio 2012

PROFUMI ANTICHI



Non si sentiva profumo di cera per pavimenti, ne profumo di deodoranti spray o inseriti nella presa di corrente... La corrente ancora doveva arrivare in quelle case di pietre, sul fianco del monte Barigazzo. Il profumo di pulito sì, quello di acqua, sapone e tanto olio di gomito. Quello serviva dentro e fuori casa, dal mattino a sera. Ma quello che più ritorna alla memoria, mentre si spinge un carrello, tra gli scaffali del supermercato, è il profumo delle antiche ricette... I "padeletti", che gioia, quando vedevi la mamma intenta a prepararli. Già ne pregustavi il sapore... Farina acqua e sale, gli unici ingredienti. Lavorati a lungo a formare una morbida pastella, che si gonfiava. Una piccola padella con un poco di olio, due cucchiai per volta, pronti a rivoltarli e mani pronte per farne un sol boccone. Poi la "chisòla"... Un pezzo di pasta del pane, allora lo si faceva solo in casa, conservando il "lievito madre". Si schiacciava ad un altezza di un paio di centimetri, fino ad ottenere un disco grande, bucherellato sulla superficie, con i rebbi della forchetta, che veniva cotto nella padella unta di olio o burro. Provate ad immaginarlo con del formaggio tenero, fatto naturalmente dalla mamma, come il burro, che si scioglieva in bocca. E del "brustlon" ne vogliamo parlare?... Sempre con pasta del pane, schiacciata e messa direttamente a cuocere sulla stufa a legna. Abbrustoliva leggermente, da qui il nome... Un bel pezzo, spezzettato in una scodella di latte appena munto, batte il sapore di ogni marca di, fette biscottate, che accompagnano ora, le nostre colazioni … Riemergono i profumi di sapori antichi, conservati nel cassetto dei ricordi più cari.

TRAMONTO



Hai visto che fiammeggiante tramonto
ci offre stasera l'Immenso?
Ti prego riempine il cuore
come io già sto facendo.
Che il calore possa annullare
i problemi del giorno che chiude.
Che resti a scaldare la notte che apre.
Che resti ad accendere le membra stanche
Che giacciono insieme nel letto.
Che sia solo l'alba con dita di rosa
ad affievolire il rosso abbagliante.

venerdì 25 maggio 2012

VIAGGIO IN SIRIA



Soffia il vento oggi nel bosco,
fiammeggiato da colori autunnali.
Non un vento prepotente, ma dolce
tiepido, che aiuta le foglie
a compiere, senza paura,
il loro unico viaggio….
Il vento caldo mi avvolge improvviso,
mi trasporta in un mondo lontano.
Occhi scuri mi scrutano curiosi,
colori accesi di sete e tappeti
e le narici s’impregnano in fretta
di aromi di spezie e profumi orientali.
Mi ritrovo tra le rose di Siria,
a piedi nudi cammino su sabbia dorata.
Visione estasiante, proprio come
nell’ultimo libro che ho letto.
Un rumore distoglie il pensiero,
ma è solo un fagiano che passa correndo.
Mi chino a raccogliere il libro,
apro il pugno stranamente chiuso,
interdetta guardo cadere in controluce,
impalpabile sabbia dorata.

VIAGGIO



Scrivo…..
e in questo mare di parole
lentamente mi immergo.
Inconsciamente parto
per un altro viaggio
sempre nuovo, misterioso
e sempre diverso.
Sentimenti, desideri
fugaci o vividi ricordi
e nascoste sensazioni
mi tengono compagnia.
Per breve tempo
silenti mi seguono
e poi se ne stanno lì
per sempre impressi
sul foglio bianco.
Mentre la mano se ne va
libera e vagabonda
a cercare nuove emozioni.

domenica 13 maggio 2012

GAGGIE (2008)

Mi sembra di sentirlo ancora sai mamma! Il profumo intenso delle gaggie in fiore lungo il dissestato sentiero. Camminavamo svelte insieme che il camminare allora non ci era greve. Era Aprile? No forse era Maggio perché la natura già era nel pieno suo fulgore. Mi raccontavi i ricordi tuoi antichi di quando bimba passavi giorni coi fratelli a pascolare mucche, rubando latte caldo da turgide mammelle Cuocendo mele su braci improvvisate, cogliendo more che tingevano le labbra. E a te che da anni giaci inconscia in questo bianco letto con le sponde sottovoce racconto i tuoi ricordi inutilmente, che al presente non ritorni. Vorrei poterti portare però ancora l’ombra fresca e il profumo intenso delle gaggìe fiorite a Maggio.

venerdì 11 maggio 2012

Vecchie pietre







Vecchie pietre

No… Vi prego non chiamatele solo vecchie pietre. Forse lo sono per chi, in un giorno di festa giunge per caso alla ricerca di luoghi antichi. Non sono pietre. Sono case, le nostre, quelle che da sempre amiamo. Sedete sulle panche all’esterno e appoggiate il capo al muro. chiudete gli occhi e ascoltate. Allora le pietre parleranno. Non storie di ricchezze ma di sacrifici e duro lavoro. Di giorni scanditi dalle stagioni. Di bimbi nati in quelle stanze e affidati alla Madonna. Della gioia di vedere i primi passi a piedi scalzi nel cortile. Del pianto di ginocchia sbucciate, guarite da un bacio. Di zolle dure, sudore e zappe in spalla. Del ritorno a sera, dove nella cucina c’era sempre una minestra a rinfrancarti e un bicchiere di vino a toglierti la stanchezza e darti la voglia, di fermarti ancora a scambiare parole. Diranno la festa, agli occhi increduli della prima lampadina accesa. Di quella radio a volte gracchiante che apriva al mondo e non si capiva, come le valvole all’interno potessero parlare. Di vite intere parleranno e anche di morte, che di essa fa parte. Per farvi capire, che non sono solo pietre. E mentre poi vi allontanerete, non voltatevi se vi parrà di sentire voci di giochi o preghiera di donne, su pane da cuocere. Non voltatevi… Non le scorgereste. Racchiudeteli nel cuore e fatene dono.

giovedì 10 maggio 2012

SPIRAGLIO DI LUCE




Ancora una volta il confine ovest
fagocita lento l'astro vitale.
Si spande spennellato il rossore
quasi ad attenuare il distacco.
Lente s'allungano l'ombre, incombono.
La notte ricopre ogni cosa
e la paura attanaglia il pensiero
che gli occhi già colmi di nebbia
possano restare un domani nel buio.
Abbraccia tu, amichevole sogno
dona prati verdi, corse tra i fiori
e colori intensi per dipingere l’aria.
Regala l’oblio fino a quando
Dal rosa leggero dell’altro orizzonte
Un raggio dorato fugherà l’ombre
E il timore del buio nel domani
Torni ad essere un pensiero nascosto.
Fa che il mattino sia come
Uno spiraglio di luce tra nembi neri.

venerdì 4 maggio 2012

PIANELLETO




Ancora voci si sentono
tra le mura di case di sassi
che d'abbandonarle il pensiero
neppure sfiora la mente.
Appoggiate al fianco del monte
la valle dall'alto innamorano.
Intorno corona di creste e calanchi.
Racconta la fontana nella piazzetta
di bimbi che giocando correvano.
Di miseria quasi tranquilla
perché condivisa con la maggioranza.
Di quando era un'avventura
andare a piedi al mercato
là dove il rosso diaspro accoglieva.
Della gioia dei bimbi per un'arancia
portata in dono e il profumo
regalava magie di luoghi lontani.
Racconta di guerra, di spari
tra i boschi, nei sentieri dei funghi.
Di giovani partiti e scomparsi
sulle rive del gelido Don.
Ma la vita s'aggrappa a quel luogo.
La vedi nei volti rugosi e sereni.
Ti arricchisci dei loro ricordi
mentre un piccolo cane ti lecca una mano.