selenevalentina

giovedì 30 gennaio 2014

Quell'albero spezzato (riflessioni per un amico)

Era un albero buono, pacato, generoso. Sempre pronto a dare ombra, frutti, ospitalità a giovani cinguetii. Non chiedeva grandi cose, solo di essere amato, per quello che era. E di amore, ne aveva e stima, per il suo altruistico adoperarsi. Quell'albero, non era vecchio. Il tronco sembrava robusto, pronto a sfidare, venti contrari. Un giorno però, arriva una tempesta improvvisa, crudele. Una tempesta, che non guarda, dentro al cuore dell'albero. Sembra, abbia solo il compito di distruggere. E lo fa, incurante. Il tronco spezzato, resta lì. Non più potrà, donare protezione. Non più, sentirà cinguettii. Non più, linfa a rigenerare gemme. Resterà l'amore, di chi lo ha conosciuto, amato, visto felice. Quello resterà e sarà rinnovato da parole. Qualche volta, ci saranno lacrime, che cercheranno di penetrare nelle radici. Chissà perché, non credere, che in un indefinito luogo nello spazio,una parte, a noi invisibile dell'albero, ci stia ad osservare e ci infonda il pensiero di guardare oltre... La vita, è ancora di fronte a noi e lui, in silenzio, sarà al nostro fianco...

Per non dimenticare



Le voci provenienti dal buio, che sanno e vogliono raccontare. Che siano raccolte e ancora narrate. Legate da un filo indistruttibile, che le tenga unite. Perché nessun vento,possa disperderle. Per non dimenticare...

venerdì 10 gennaio 2014

RIFLESSIONI TRA VECCHIE PIETRE

In questo giorno, amica mia, voglio percorrere a ritroso con te, il sentiero già percorso, da chi a me è sconosciuto. Presso vecchie pietre sostiamo a cercare,attimi di vita, di volti, di voci, in quelle stanze, che guardano il cielo. Sul tavolo di povero legno, la parca cena, immaginiamo, di chi, della, a volte grama terra, dei pochi frutti si nutriva,. Nella fioca luce di una candela,che a creare ombre sulle pareti si divertiva, il verde radicchio spiccava, da lardo sciolto scaldato. Al centro un giallo, caldo sole di mais. Un bianco filo a tagliare fette, già dallo sguardo divorate, di quel giovanile appetito. Camino acceso, nelle sere d'inverno. Rosario in latino e bimbi, che sulla panca, chiudevano gli occhi. Rosario di Maggio nella cappellina. Il ritorno, fra corse e risate e qualcuno sempre s'attardava, per un complimento a mezza voce o per rubare un bacio, a quelle labbra, rosse di primavera. Quanti pensieri, quante preghiere, quanti sogni, che lontano volavano. Qualche amore, qualche gioia, qualche dolore, rimasti forse racchiusi dentro le pietre. E noi, che già anni, in altri luoghi, abbiamo vissuto, ci raccontiamo di noi, perché anche le nostre parole si uniscano a quelle già pronunciate. Una preghiera diciamo, sul sagrato di pietra. Non corse, non sogni vaganti, già la vita, li ha esauditi o scordati. Ha intrecciato emozioni, conoscenza e conoscenze, che a volte ci hanno aiutato e a volte, ci hanno tradito. Ma oggi non importa. Importa, che siamo qui, a condividere il giorno, in un luogo già amato e ancora da amare. Qui, dove il sole sa scaldare i cuori. Dove il vento s’insinua fra sterpaglie e vorrebbe estirparle. Mangiamo un pane e squisito ci sembra il sapore del cibo, da Dio benedetto. Cadono briciole… Un passerotto fiducioso s’accosta per becchettare. Poi alza il capìno. Lo sguardo s’incrocia. Comprende e cinguetta… BENVENUTE…

Foto

UN ORATORIO

Siedo di fronte ad un piccolo oratorio, incastonato tra il verde incolto. Tengo fra le mani il quadernetto, che raccoglie i pensieri dei passanti. Ascolto il continuo mutare dei battiti del mio cuore. L’alternarsi delle emozioni, mentre attenta leggo frasi scritte da mani, che mai conoscerò.
Parole sorridenti per grazie ricevute. Grida d’aiuto invocato per il bene della persona cara. Per poter superare una sorte avversa, che d’improvviso ha sconvolto la vita. Su una parete imbiancata di fresco, un luminoso dipinto della Natività. Un cespuglio di rose profuma l’aria e su una mensola un cero acceso da poco. Non guarda la Vergine Madre gli errori sfuggiti alla penna. Vede solo la grande fede di chi ringrazia o chiede attenzione. Scorre veloce il traffico sulla strada che passa vicino. Ecco un’auto si ferma. Una copia con bimbi, ne scende. Si avvicinano, camminando adagio facendosi il Segno di Croce. Porgo il quaderno. M’allontano per non turbare con la mia presenza,
quell’intimo attimo di raccoglimento.



venerdì 3 gennaio 2014

BUON ANNO

Già nella valle
il sole è al lavoro. 
Illumina i monti
e fa brillare Croci
che diano speranza
a chi, alza lo sguardo.
Ha lucidato il Ceno
che unisca la gente
in un solo pensiero
di collaborazione.
Ti svegli
ed è ancora un altro anno
da vivere.
Non chiederti quanti
ne hai già vissuti.
Non chiederti quanti
dovrai viverne ancora.
Vivilo come fosse
una cosa nuova.
Come un nuovo dono
come un nuovo abito
come un nuovo amore.
E’ tutto da scoprire
vivilo con curiosità
e sarà più leggero.

VIBRAZIONI DIVERSE

Vibrazioni di note nell'aria
campane,a suonare l'Ave Maria.
Vibrazioni di passi di bimbi
che al mattino, corrono a scuola
e del bastone di un vecchio
che indugia al passato.
Vibrazioni di vita sui tetti
di beccucci, aperti in attesa.
Vibrazioni di un, sì, sul sagrato
di sposi, a guardare il domani.
Vibrazioni di un nuovo vagito
in cerca, di un seno di madre.
O di un pianto davanti a una foto
mentre aggiusti un mazzo di fiori.
Vibrazioni, di urla di donne
a cercare invano un aiuto
per sfuggire a un branco assassino.
Vibrazioni di morte da bombe
che dal cielo,cadono a pioggia
a soddisfare umana avidità.
Vibrazioni diverse, che spero
tu possa ascoltare.
vibrazioni diverse

ALLISON

Allison, stava guardando, attraverso la vetrata della sua villetta, i bambini dei vicini, che si rincorrevano e si tuffavano nella piscina, sotto l'occhio vigile della mamma. Era una scena, che le procurava sempre una tremenda fitta al cuore e ancora una volta si trovò a fare il bilancio della propria vita. Era rimasta orfana di entrambi i genitori, quando ancora bimba, quel tremendo attentato aveva distrutto la vita a migliaia di persone e tra essi, i suoi cari. Non avendo altri parenti, era stata messa dal governo, in un college, dove per superare il dolore si era tuffata sui libri, guadagnando ogni anno una borsa di studio. A lei sembrava una rivincita sulla vita crudele. A diciott'anni era andata ad abitare presso la famiglia Blake, come ragazza alla pari e dava anche qualche piccolo aiuto come segretaria. La famiglia, possedeva una splendida villa ed era ricchissima. Erano due sposi sui trent'anni, che avrebbero dovuto essere felici, invece avevano un dispiacere immenso. Non riuscivano, nonostante cure specialistiche e all'avanguardia, ad avere bambini. Allison, che intanto continuava gli studi conobbe Mark, un ragazzo, rimasto anche lui orfano nella stessa circostanza e per entrambi era scoccato il colpo di fulmine. Ma anche questa volta il destino ci mise del suo. Mark fu mandato dal governo, a combattere in una di quelle guerre scoppiata solo per motivi di petrolio e possedimenti di diamanti. Appena partito, Allison si era resa conto di attendere un bimbo. Gli aveva mandato subito un messaggio e lui per risposta, l’aveva pregata di cominciare a preparare i documenti, perché alla prima licenza si sarebbero sposati. Tutto quello, che ebbe dopo pochi giorni, fu una bara avvolta in una bandiera su cui piangere. Era disperata, non sapeva cosa fare. Gli studi non erano ancora terminati e non aveva neppure un lavoro sicuro. Si confidò con la signora Blake, che dopo aver cercato di consolarla per un paio di giorni, cominciò a consigliarle di interrompere la gravidanza, essendo ancora alle prime settimane di gestazione. Alla giovane questo consiglio sembrò strano, specialmente dato da una donna, che desiderava ardentemente un bambino. Il dolore però era immenso e la cruda realtà della propria vita, la convinsero. La signora, si sarebbe anche fatta carico delle spese, presso una clinica privata. Così un mattino Allison fu sottoposta ad anestesia totale e al risveglio,ebbe la conferma, che tutto era andato per il meglio. Per rimettersi in salute e per evitare una depressione latente, i signori Blake la mandarono, sempre a loro spese, in un’altra clinica privata, che si trovava però sull’altra costa del continente . Il clima migliore l’avrebbe aiutata. La ragazza si sentiva come svuotata da ogni sentimento e accettò ogni cosa come un automa. Dopo un mese in quella clinica, con l’aiuto di una psicologa, cominciò a sentirsi meglio. Fu in quel momento, che le giunse la notizia, che il signor Blake, le aveva trovato un ottimo impiego, in quella città. Avrebbe avuto a disposizione anche un piccolo appartamento. Per seguire gli affari della ditta, che aveva filiali sparse per il mondo, avrebbe dovuto viaggiare molto. Così la sua vita d’improvviso cambiò. Il lavoro era veramente interessante, poteva visitare gratuitamente splendide località e aveva anche potuto acquistare una graziosissima villetta. Una cosa sola non le era più riuscita di fare, innamorarsi. Il dolore dentro era ancora profondo e questo le aveva fatto rifiutare anche ottimi partiti. I contatti con la famiglia Blake si
erano diradati, non certo per colpa sua. La gratitudine, la conservava pienamente.
Si scosse dai pensieri e si avviò verso la cucina per prepararsi una tazza di the. Doveva disfare anche la valigia, dato che era appena tornata da un ennesimo viaggio di lavoro. Per questo però aveva tempo, perché per i prossimi giorni sarebbe stata in ferie. L’acqua era calda, mise la bustina nella tazza ma, proprio in quel momento sentì il campanello della porta. Andò ad aprire, convinta di trovarsi di fronte la vicina venuta a darle il bentornata. Invece la persona, che le stava di fronte, le procurò un fortissimo batticuore. Erano passati ormai vent’anni, c’era qualche segno sul viso ma riconobbe subito la signora Blake. Cercando di vincere l’emozione l’abbracciò stretta, invitandola ad accomodarsi. La signora si sedette in una comoda poltrona. Era elegantissima, come sempre, pochi gioielli ma di gusto raffinato. Solo l’espressione degli occhi era cambiata. Si poteva scorgervi, infatti, un velo di tristezza e di ansia. Allison le offrì una tazza di the, chiedendo come mai avesse deciso di farle visita senza nessun preavviso, anche se la cosa la riempiva di gioia. La sua ospite si attardava a sorseggiare la calda bevanda, con le mani, che a tratti avevano un tremito. Allison non si spiegava questo comportamento ed educatamente cercò di invogliare la donna a confidarle quello, che la turbava così profondamente. La signora Blake, posò la tazza ormai vuota, sul tavolino, si asciugò le labbra con un fazzolettino, tolto dalla borsetta e improvvisamente cominciò a singhiozzare disperatamente. Le parole sgorgavano come un fiume in piena. Parlava in fretta, quasi come temesse di non avere il coraggio di continuare. Allison ascoltava come in trance. Non poteva essere vero, quello che udiva, era solo un racconto di fantascienza. La signora, infatti, stava dicendo, che l’embrione, che avevano tolto a lei, nell’interruzione di gravidanza, era stato impiantato nell’utero della sua benefattrice e così dopo otto mesi, seguita da ricercatori, aveva dato alla luce, una splendida bimba, che forse per qualche recondito senso di colpa, era stata chiamata, Allison. La ragazza tremava come una foglia. Non era possibile, la sua bimba non era morta, era solo cresciuta in un grembo, di un’altra donna e lei non ne aveva mai saputo nulla. Non aveva potuto cullarla, accudirla, vederla crescere. Si sentiva imbrogliata, defraudata della cosa più preziosa. Guardava la donna che seduta di fronte, continuava a singhiozzare e non sapeva più se provare odio o pena. Ma per quale motivo si era decisa solo ora a rivelarle questa assurda verità? Con quale scopo? Queste furono le domande, che urlando pose alla sua amica, nemica. La signora si asciugò gli occhi, ormai gonfi e arrossati e disse, che il motivo era molto grave. Lei e il marito, avevano adorata questa figlia, non le avevano fatto mancare nulla e aveva potuto studiare nelle migliori scuole. Era cresciuta serenamente ma ora, improvvisamente si era ammalata di una tremenda malattia, che poteva essere curata solo con un trapianto di midollo compatibile. Così si erano visti costretti a rivelare la verità, prima alla ragazza, che avendo guardato degli esami del sangue, suoi e di quelli, che aveva sempre considerato genitori, si era accorta, che il proprio gruppo sanguigno, era diverso dal loro. Come poteva nascere un figlio con RH 0 da due genitori con RH B e A? A quel punto solo la verità poteva mettere fine alle pressanti domande della giovane vent’enne. Al principio era caduta in un mutismo, protrattosi per molti giorni, poi aveva cominciato a chiedere della madre naturale, sperando, che il suo midollo osseo potesse essere compatibile, perché lei era troppo giovane e non voleva morire. Aveva molti progetti da realizzare, esperienze da fare, voleva un marito e dei figli. Così la signora Blake aveva preso un aereo ed ora era lì, tremante e singhiozzante, a chiedere aiuto per salvare quella creatura, che era di entrambe. Allison portò le tazzine nel lavandino, le lavò, le ripose con una lentezza esasperante, mentre le tempie le martellavano. L’altra la guardava muoversi avanti e indietro, senza più avere il coraggio di proferire una sola parola. Ad un certo punto la vide salire le scale, che portavano al piano superiore e temette, che fosse un modo per accomiatarla ma la vide subito riapparire con una valigia in mano. Dopo tutto non l’aveva ancora disfatta e per i prossimi giorni sarebbe stata in ferie.

NATALE NELLA VALLE

Fruscìo leggero, nell'aria della valle
Volo d'angelo a visitare case
nella notte magica della Vigilia.
Famiglia serena, attorno al tavolo.
Pasta con u savù e merlussu frittu.
Luci nell'albero e un piccolo presepe
che aspetta il Bimbo che deve tornare.
Sorride l'angelo e leggero s'allontana.
In un letto giace un ammalato grave
grande la sofferenza ma, nel cuore la speranza
che il Nuovo Nato, lo aiuti a sopportare.
Un mesto sorriso, sul viso dell'angelo
che un’altra famiglia s’appresta a visitare.
In questa casa, il lusso è abbondante.
Sul tavolo cibo di ogni qualità
vini, dolci e doni in attesa
avvolti in luccicanti scatole firmate.
Nei cuori però, la fede è scomparsa
Una lacrima scende dal viso celeste.
Una piccola casa, attira l’attenzione.
Qui, c'è un’anziana, che vive da sola.
I figli lontani, non possono tornare.
La cena leggera, che gli anni sono molti.
Una tovaglietta, tutta ricamata
sopra, nel piatto, un pane posato.
Un Bicchiere, l'acqua e un piccolo dolce
gesto che dalla madre, aveva imparato,
Perché Maria possa rifocillarsi.
Sorride l'angelo e le fa una carezza
una grande pace scende nel vecchio cuore.
Suono di campane, la valle ricolma
il BIMBO, ancora, per noi è rinato.

VOLO DI UCCELLI

Volo di Uccelli ho sognato
intorno al dormiente albero.
e in sogno li ho dipinti 
su sfondo sfumato.
Inconsapevoli simboli di vita
e libertà negate.
Immoti e immutabili
sull'onirica tela
il volo fermeranno.
Immoti e immutabili
come certi destini.
Mentre una vecchia casa
al fato s’abbandona.

Buon Natale

Buon Natale
educatamente rispondo
a chi a me si rivolge.
Buon Natale?
Ma io più non amo il Natale.
Non si ravviva emozione
con luminarie e luccicanti vetrine.
Non è questo, il Natale che amo.
Meno pieni carrelli di spese
che la crisi è ancora pesante
ma il cibo sempre trionfa.
E infiocchettati regali
per convenienza da rispettare.
Mentre il vicino di casa
che la Ditta da mesi non paga
non ha soldi per un litro di latte.
Allora rimpiango
il mio Natale di un ieri
quando altro significato
aveva la Festa.
Quando un angelo di cioccolato
sembrava un dono del cielo.
Ogni anno il personale Natale
in silenzio, da sola rinnovo.
Lo rivivo nell'acqua e nel pane
lasciati fino al mattino
perché Lei, ritrovi la forza
dopo un parto vissuto da sola.
Il mio personale Natale
teneramente racchiudo
nelle mani del Bimbo Divino
perché possa, portare nel mondo
un sentimento di condivisione.

Valentina Selene Medici

PREGHIERA

Santa Maria, Vergine Addolorata, noi t'imploriamo di starci vicino quando sulla nostra esistenza incombono il dolore e le prove,
le delusioni e gli affanni. Nell'ora del nostro Calvario,
tu, che hai sperimentato la sofferenza sotto la croce, stendi il tuo manto su di noi, perchè ci sia più sopportabile
il cammino nella notte, verso la pienezza della luce. Amen.