Disegno di flavio Nespi
Era nato lì, un giorno di primavera.
Piccolo il borgo. Case aggrappate strette a condividere vite. Un ponticello perché
l’immaginazione, s’inoltrasse, in un altrove sconosciuto, che aspettava di
essere vissuto.
Quante volte aveva superato in sogno quel ponte, che gli
sembrava troppo piccolo. Un giorno poi, se ne era andato. Aveva conosciuto
mari, oceani e terre lontane. Aveva conosciuto felicità e tristezza. Conosciuto
popoli e lingue diverse. Aveva imparato e insegnato cose, condividendo
esperienze. Aveva attraversato decine di ponti, antichi o con tecnologie
moderne.
Al ponticello, raramente pensava e di tornare al piccolo
borgo, neppure l’idea lo sfiorava.
Un giorno, una strana sensazione, nel corpo e nella mente. Sentiva
come se una corda lo tirasse, verso un luogo stabilito.
Erano le radici, che si erano stancate del lungo oblio e si
facevano sentire con prepotenza.
Tornò allora ad attraversare quel ponticello, provando un
grande piacere.
Tornò, con il vento che sferzava le vecchie case.
Tornò con la pioggia scrosciante, che le dilavava e sembrava
volesse, farle scivolare giù.
Tornò con terra d’arsura, che seccava erba e malva, che più
nessuna mano antica coglieva.
Tornò, perché ogni volta che poggiava piede sul ponticello,
sentiva una voce, che nell’animo gli sussurrava.... Ben tornato a casa…...
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