selenevalentina

mercoledì 5 febbraio 2014

FATA?....O……



“Nonna, raccontami una fiaba”. “Ma ora dovresti dormire”. “Lo so ma, non ho sonno e poi domani, non devo andare a scuola”. “ E va bene. Te ne racconto una breve. Visto, che fuori sta nevicando, ti racconterò una storia, che mi ha raccontata una mia amica. E’ una storia vera, capitata proprio a lei. Tieni, prendi in braccio il tuo peluche e ascolta”.
Era andata in montagna, quel giorno. Anche se era sola, non aveva paura. Conosceva a memoria quel monte. Vi andava fin da bambina. La giornata, era splendida.
Le alte vette s'immergevano in un cielo talmente azzurro e profondo, che lei provava l'irrealizzabile impulso di tuffarcisi dentro. I declivi erano ricoperti da neve ghiacciata, che senz'altro doveva essere cosparsa di polvere di diamanti, che il sole faceva luccicare in arcobalenanti iridescenze. Alla sua destra, in quello che era un sentiero che s’innoltrava nel bosco, scorse delle orme. Erano senza dubbio orme femminili ma erano appena accennate, come se chi le aveva lasciate fosse estremamente leggera, in grado di camminare sfiorando appena il suolo innevato. La curiosità era forte. Perché quindi non seguirle? Era strano voltarsi indietro e vedere le proprie orme, piccole ma profonde, accanto a quelle di un enigma. Ad un tratto si trovò di fronte ad una quercia secolare, con il tronco squarciato da un fulmine, a mò di grotta e proprio qui le orme terminavano. Si guardò attorno per scorgerne altre ma, una nebbia improvvisa e impenetrabile, impediva di vedere anche a pochi centimetri di distanza. La cosa la turbò. Che poteva fare? Tornare indietro non era prudente perché, poteva perdersi nel bosco e scivolare in qualche crinale. Era stanca ma non poteva sedersi sulla neve. Decise allora di entrare nella nicchia del tronco. Tolse lo zainetto dalle spalle e si accomodò come meglio poteva. Dopo tutto non era neppure troppo scomodo. Prese dallo zaino il thermos pieno di thè, ancora quasi bollente, ne bevve alcuni sorsi e chiuse gli occhi per godersi il calore, che la ritemprava…
Il camino era piccolo ma, la fiamma era viva, danzante e mille scintille si rincorrevano e si perdevano nel buio della cappa. Davanti vi era un morbidissimo tappeto, era di un verde molto scuro e aveva un buon odore di muschio, Lei vi era comodamente seduta e si rilassava al tepore. La penombra le impediva di distinguere chiaramente la persona seduta accanto. Scorgeva appena un viso ovale, incorniciato da lunghi e ondulati capelli. Aveva una veste di un azzurro scuro, che la ricopriva fino ai piedi, con maniche larghe, dalle quali uscivano le mani morbide e affusolate, che le porgevano una tazza trasparente colma di una bevanda fumante. Era buona, e il sapore era dei frutti freschi del bosco e del miele grezzo. La figura femminile si alzò muovendosi leggera come se sfiorasse appena il pavimento e scomparve. Non avevano parlato ma si erano comprese ugualmente. Un ciocco del camino scoppiettò, la musica di arpe, che giungeva in lontananza si spense e lei aprì gli occhi. Dov’erano il camino, il tappeto e la diafana figura? Le gambe un poco intorpidite la portarono in fretta alla realtà. Uscì dalla nicchia dell’albero e si stirò per risvegliare i muscoli. La nebbia se n’era andata e seguendo a ritroso le orme che aveva lasciato poteva tornare facilmente al luogo di partenza. Si chinò per prendere lo zaino e scorse ai piedi dell’albero una foglia e un rametto. Li prese in mano, osservandoli attentamente. Erano chiaramente di Nocciolo ma nelle vicinanze non vi era presenza di questi alberi e anche se vifossero stati non avrebbero certamente avuto foglie e rami freschi. Li raccolse e si avviò pensierosa. Alla sera, giunta a casa, fece una doccia, si mise una calda tuta e si preparò una cena leggera. Accese anche la televisione ma non ascoltava le notizie perché la sua mente cercava ancora di risolvere il mistero del suo strano ritrovamento. Mangiò, lavò i piatti, riordinò la cucina e si avvicinò alla libreria per prendere un libro dove aveva deciso, avrebbe messo i due tesori boschivi. Ne scelse uno a caso, lo aprì e lesse alcune righe….– Fra i tanti e misteriosi abitanti dei boschi, vi sono anche le fate. Sono creature gentili e ricavano le loro bacchette magiche dai rami dell’albero del Nocciolo……
La bimba, guardò la nonna e chiese. “Nonna ma, sei proprio sicura, che sia una storia vera?”. “La mia amica, mi ha mostrato diverse volte, quella foglia e il rametto racchiusi nel libro. Ti assicuro, che nel corso degli anni, non hanno mai perduto la loro freschezza. Come posso io, dire, che la storia non fosse vera. Siamo sicuri di conoscere bene, la vita dei boschi?”. Gli occhi della bambina si stavano chiudendo. Strinse il suo peluche e si addormentò. Chissà, se avrà sognato fate. Io credo di sì…




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