RIFLESSIONI
DI UNA STUFA "economica"
E' quasi
natale e le famiglie si stanno preparando, per trascorrere la festività, nel
migliore dei modi.
Io invece,
sono qui, sola con la mia malinconia e i miei ricordi.
Vent'anni e
più sono lunghi dapassare, senza vita intorno, in questa casa abbandonata.
Certo,
quando c'era maria, le cose andavano bene. C'era sempre una pentola che
bolliva, con il mio calore. Lei aveva, un piatto pronto per tutti. E nel forno,
ne sono stati cotti, in tanti anni, di polli e conigli arrosto con patate.
Quante teglie di mele e torte per la sagra e per le feste. Ricordo la gioia dei
bambini e i discorsi dei grandi. Ho arrostito castagne anche orzo, che
macinato, diventava compagno del latte a colazione. Con le mie braci, messe nel"prete",
ho scaldato letti, nelle lunghe e fredde notti invernali. E quante cose potrei
raccontare ancora. E' vero, nella stanza con me, c'è anche un divano, una
credenza, tavolo sedie e persino, una macchina da cucire ma, nessuno che apra
una finestra, per fare entrare un po' di luce. La polvere scende leggera e
copre ogni cosa, nel silenzio. Fuori c’è il vento. Lo invidio. Lui è libero,
non prigioniero del tempo, in una stanza. Allora affido a lui i miei pensieri,
gli auguri per un felice Natale e la speranza, che un giorno qualcuno, abbia
ancora bisogno di me.
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