selenevalentina

lunedì 18 aprile 2011

CASE DI PIETRA (Lavacchielli)


Abbandonate case di pietra
d’improvviso ho scoperto
tra rovi e alta erba incolta
alla fine dell’incerto sentiero.
Stipiti scolpiti da mani operose
che con duro lavoro altrove
prestigio hanno trovato.
Cespugli di rose profumate
vicino agli usci sfondati
che invano attendono ignare
una presenza gentile a curarle.
Occhi vuoti a guardare il passato
pulsanti di antichi ricordi.
Mi allontano in silenzio
per non disturbare
i vaghi sentori di speranze
per una vita meno grama e incerta
che aleggia nelle stanze vuote
fremendo fra vetri spezzati.

1 commento:

  1. Quanta tristezza… trasmetti coi tuoi versi, ciascuno dei quali appare come un fotogramma di un film, ahi, ben noto, dal titolo “L’emigrazione nell’Appennino parmense, nel secondo dopoguerra”. Queste terre, da diversi decenni, infatti, sono... spopolate. E Lavacchielli, ben documentato anche nelle foto di Flavio su Valcenoweb, e’ un paese, come tanti altri, fantasma!
    Leggendo la lirica, Valentina, mi piace vederti qui… come poetessa-pittrice! Le tue parole, così poetiche ma così reali, sono proprio come delle delicate pennellate: e alla fine ci appare il quadro, desolante, che lascia trasparire la tua e nostra emozione, ma che tanto amiamo, perché rappresenta le nostre radici, il nostro passato. E quei “vetri spezzati” dell’ultimo verso rappresentano, sicuramente, i nostri cuori!

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