selenevalentina

venerdì 3 gennaio 2014

ALLISON

Allison, stava guardando, attraverso la vetrata della sua villetta, i bambini dei vicini, che si rincorrevano e si tuffavano nella piscina, sotto l'occhio vigile della mamma. Era una scena, che le procurava sempre una tremenda fitta al cuore e ancora una volta si trovò a fare il bilancio della propria vita. Era rimasta orfana di entrambi i genitori, quando ancora bimba, quel tremendo attentato aveva distrutto la vita a migliaia di persone e tra essi, i suoi cari. Non avendo altri parenti, era stata messa dal governo, in un college, dove per superare il dolore si era tuffata sui libri, guadagnando ogni anno una borsa di studio. A lei sembrava una rivincita sulla vita crudele. A diciott'anni era andata ad abitare presso la famiglia Blake, come ragazza alla pari e dava anche qualche piccolo aiuto come segretaria. La famiglia, possedeva una splendida villa ed era ricchissima. Erano due sposi sui trent'anni, che avrebbero dovuto essere felici, invece avevano un dispiacere immenso. Non riuscivano, nonostante cure specialistiche e all'avanguardia, ad avere bambini. Allison, che intanto continuava gli studi conobbe Mark, un ragazzo, rimasto anche lui orfano nella stessa circostanza e per entrambi era scoccato il colpo di fulmine. Ma anche questa volta il destino ci mise del suo. Mark fu mandato dal governo, a combattere in una di quelle guerre scoppiata solo per motivi di petrolio e possedimenti di diamanti. Appena partito, Allison si era resa conto di attendere un bimbo. Gli aveva mandato subito un messaggio e lui per risposta, l’aveva pregata di cominciare a preparare i documenti, perché alla prima licenza si sarebbero sposati. Tutto quello, che ebbe dopo pochi giorni, fu una bara avvolta in una bandiera su cui piangere. Era disperata, non sapeva cosa fare. Gli studi non erano ancora terminati e non aveva neppure un lavoro sicuro. Si confidò con la signora Blake, che dopo aver cercato di consolarla per un paio di giorni, cominciò a consigliarle di interrompere la gravidanza, essendo ancora alle prime settimane di gestazione. Alla giovane questo consiglio sembrò strano, specialmente dato da una donna, che desiderava ardentemente un bambino. Il dolore però era immenso e la cruda realtà della propria vita, la convinsero. La signora, si sarebbe anche fatta carico delle spese, presso una clinica privata. Così un mattino Allison fu sottoposta ad anestesia totale e al risveglio,ebbe la conferma, che tutto era andato per il meglio. Per rimettersi in salute e per evitare una depressione latente, i signori Blake la mandarono, sempre a loro spese, in un’altra clinica privata, che si trovava però sull’altra costa del continente . Il clima migliore l’avrebbe aiutata. La ragazza si sentiva come svuotata da ogni sentimento e accettò ogni cosa come un automa. Dopo un mese in quella clinica, con l’aiuto di una psicologa, cominciò a sentirsi meglio. Fu in quel momento, che le giunse la notizia, che il signor Blake, le aveva trovato un ottimo impiego, in quella città. Avrebbe avuto a disposizione anche un piccolo appartamento. Per seguire gli affari della ditta, che aveva filiali sparse per il mondo, avrebbe dovuto viaggiare molto. Così la sua vita d’improvviso cambiò. Il lavoro era veramente interessante, poteva visitare gratuitamente splendide località e aveva anche potuto acquistare una graziosissima villetta. Una cosa sola non le era più riuscita di fare, innamorarsi. Il dolore dentro era ancora profondo e questo le aveva fatto rifiutare anche ottimi partiti. I contatti con la famiglia Blake si
erano diradati, non certo per colpa sua. La gratitudine, la conservava pienamente.
Si scosse dai pensieri e si avviò verso la cucina per prepararsi una tazza di the. Doveva disfare anche la valigia, dato che era appena tornata da un ennesimo viaggio di lavoro. Per questo però aveva tempo, perché per i prossimi giorni sarebbe stata in ferie. L’acqua era calda, mise la bustina nella tazza ma, proprio in quel momento sentì il campanello della porta. Andò ad aprire, convinta di trovarsi di fronte la vicina venuta a darle il bentornata. Invece la persona, che le stava di fronte, le procurò un fortissimo batticuore. Erano passati ormai vent’anni, c’era qualche segno sul viso ma riconobbe subito la signora Blake. Cercando di vincere l’emozione l’abbracciò stretta, invitandola ad accomodarsi. La signora si sedette in una comoda poltrona. Era elegantissima, come sempre, pochi gioielli ma di gusto raffinato. Solo l’espressione degli occhi era cambiata. Si poteva scorgervi, infatti, un velo di tristezza e di ansia. Allison le offrì una tazza di the, chiedendo come mai avesse deciso di farle visita senza nessun preavviso, anche se la cosa la riempiva di gioia. La sua ospite si attardava a sorseggiare la calda bevanda, con le mani, che a tratti avevano un tremito. Allison non si spiegava questo comportamento ed educatamente cercò di invogliare la donna a confidarle quello, che la turbava così profondamente. La signora Blake, posò la tazza ormai vuota, sul tavolino, si asciugò le labbra con un fazzolettino, tolto dalla borsetta e improvvisamente cominciò a singhiozzare disperatamente. Le parole sgorgavano come un fiume in piena. Parlava in fretta, quasi come temesse di non avere il coraggio di continuare. Allison ascoltava come in trance. Non poteva essere vero, quello che udiva, era solo un racconto di fantascienza. La signora, infatti, stava dicendo, che l’embrione, che avevano tolto a lei, nell’interruzione di gravidanza, era stato impiantato nell’utero della sua benefattrice e così dopo otto mesi, seguita da ricercatori, aveva dato alla luce, una splendida bimba, che forse per qualche recondito senso di colpa, era stata chiamata, Allison. La ragazza tremava come una foglia. Non era possibile, la sua bimba non era morta, era solo cresciuta in un grembo, di un’altra donna e lei non ne aveva mai saputo nulla. Non aveva potuto cullarla, accudirla, vederla crescere. Si sentiva imbrogliata, defraudata della cosa più preziosa. Guardava la donna che seduta di fronte, continuava a singhiozzare e non sapeva più se provare odio o pena. Ma per quale motivo si era decisa solo ora a rivelarle questa assurda verità? Con quale scopo? Queste furono le domande, che urlando pose alla sua amica, nemica. La signora si asciugò gli occhi, ormai gonfi e arrossati e disse, che il motivo era molto grave. Lei e il marito, avevano adorata questa figlia, non le avevano fatto mancare nulla e aveva potuto studiare nelle migliori scuole. Era cresciuta serenamente ma ora, improvvisamente si era ammalata di una tremenda malattia, che poteva essere curata solo con un trapianto di midollo compatibile. Così si erano visti costretti a rivelare la verità, prima alla ragazza, che avendo guardato degli esami del sangue, suoi e di quelli, che aveva sempre considerato genitori, si era accorta, che il proprio gruppo sanguigno, era diverso dal loro. Come poteva nascere un figlio con RH 0 da due genitori con RH B e A? A quel punto solo la verità poteva mettere fine alle pressanti domande della giovane vent’enne. Al principio era caduta in un mutismo, protrattosi per molti giorni, poi aveva cominciato a chiedere della madre naturale, sperando, che il suo midollo osseo potesse essere compatibile, perché lei era troppo giovane e non voleva morire. Aveva molti progetti da realizzare, esperienze da fare, voleva un marito e dei figli. Così la signora Blake aveva preso un aereo ed ora era lì, tremante e singhiozzante, a chiedere aiuto per salvare quella creatura, che era di entrambe. Allison portò le tazzine nel lavandino, le lavò, le ripose con una lentezza esasperante, mentre le tempie le martellavano. L’altra la guardava muoversi avanti e indietro, senza più avere il coraggio di proferire una sola parola. Ad un certo punto la vide salire le scale, che portavano al piano superiore e temette, che fosse un modo per accomiatarla ma la vide subito riapparire con una valigia in mano. Dopo tutto non l’aveva ancora disfatta e per i prossimi giorni sarebbe stata in ferie.

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