selenevalentina

martedì 19 gennaio 2016


RICORDI ANTICHI

 

Era la tramontana a fare da padrona, in quelle notti in montagna, che sembravano interminabili. Scuri sbarrati, che al mattino per aprirsi, avrebbero trovato un bianco ostacolo. All’interno, paraspifferi sui davanzali, che il vento, metteva tutto l’impegno che possedeva, per poter entrare. La pala per la neve, pronta accanto all’uscio. Al mattino, ci sarebbe stato da spalare molto per fare un minimo di sentiero, per accedere alla strada principale. La stanza però, era calda. Accanto alla stufa una cassa con legna secca, pronta per non fare abbassare la fiamma. Quante pentole e tegami, si alternavano su quei cerchi concentrici, ardenti. Loro sapevano, come fare formare la crosticina, alle fette di polenta, che venivano appoggiate sopra. Quelle grandi fette di pane casereccio, con sopra una fetta di formaggio, che si scioglieva al calore. E le cotenne di maiale, che sfrigolavano arrotolandosi? Un pizzico di sale, un'altra fetta di pane e voilà. Da leccarsi le dita! Castagne, , con la buccia un pochino tagliata, per non farle scoppiare, tenute mosse, con un gesto veloce. Il profumo riempiva la stanza ed era una gara, tra chi le sbucciava più in fretta. Tradizioni antiche, tramandate da nonni ai nipotini, che forse la vita avrebbe portato lontano. Forse in grandi città, dove queste cose erano impensabili. Giungeva l’ora per dormire. La fiamma, si lasciava spegnere. I cerchi si raffreddavano adagio, spandendo intorno, l’ultimo calore. Al mattino, sarebbe stata una mano amica adestarli. C’era il latte da scaldare per la colazione e il giorno ricominciava, partendo da un punto sicuro.  

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