E fu il silenzio ad accogliermi. Un silenzio assordante, velato a tratti da un cigolio lontano, forse la porta chiusa di un 'umile cella. Graffiare continuo di pennino su carta paziente, perché le parole non muoiano ma restino nei tempi a ricordare di oggi, a ricordare di ieri. Passi felpati di un saio consunto che offre a me, viandante d'altri tempi, una mela, un pane caldo e una brocca d'acqua fresca. Mastico adagio per non turbare il silenzio. Mi ritrovo poi nella piccola cappella a salmodiare lodi a voce alta. Perché le preghiere non turbano il silenzio.
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