Non si sentiva profumo di cera per pavimenti, ne profumo di deodoranti
spray o inseriti nella presa di corrente... La corrente ancora doveva
arrivare in quelle case di pietre, sul fianco del monte Barigazzo. Il
profumo di pulito sì, quello di acqua, sapone e tanto olio di gomito.
Quello serviva dentro e fuori casa, dal mattino a sera. Ma quello che
più ritorna alla memoria, mentre si spinge un carrello, tra gli scaffali
del supermercato, è il profumo delle antiche ricette... I "padeletti",
che gioia, quando vedevi la mamma intenta a prepararli. Già ne
pregustavi il sapore... Farina acqua e sale, gli unici ingredienti.
Lavorati a lungo a formare una morbida pastella, che si gonfiava. Una
piccola padella con un poco di olio, due cucchiai per volta, pronti a
rivoltarli e mani pronte per farne un
sol boccone. Poi la "chisòla"... Un pezzo di pasta del pane, allora lo
si faceva solo in casa, conservando il "lievito madre". Si schiacciava
ad un altezza di un paio di centimetri, fino ad ottenere un disco
grande, bucherellato sulla superficie, con i rebbi della forchetta, che
veniva cotto nella padella unta di olio o burro. Provate ad immaginarlo
con del formaggio tenero, fatto naturalmente dalla mamma, come il burro,
che si scioglieva in bocca. E del "brustlon" ne vogliamo parlare?...
Sempre con pasta del pane, schiacciata e messa direttamente a cuocere
sulla stufa a legna. Abbrustoliva leggermente, da qui il nome... Un bel
pezzo, spezzettato in una scodella di latte appena munto, batte il
sapore di ogni marca di, fette biscottate, che accompagnano ora, le
nostre colazioni … Riemergono i profumi di sapori antichi, conservati
nel cassetto dei ricordi più cari.
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