selenevalentina

martedì 1 ottobre 2013

VECCHIA SCUOLA



"Buongiorno bambini. Diciamo la preghiera e poi, ci mettiamo al lavoro."
La scuola, ascolta le voci dei bimbi e si sente felice. Eccoli, seduti ai loro banchi, intenti a svolgere i compiti assegnati. La stanza, non è molto grande. Una lavagna, un tavolo per cattedra, una carta geografica ad una parete. Su un'altra parete,vari disegni colorati, raffigurano monti, alberi, pecore al pascolo, il sole in un cielo azzurro. Al centro dell'aula, una stufa di terracotta rossa, rilascia calore. Accanto una cassetta con qualche pezzo di legna secca, portata da casa. I bambini hanno diverse età. Si va dalla prima alla quinta elementare. La maestra gira fra i banchi, segnando con un dito, un errore sul quaderno. Accarezzando una testolina, ancora un poco assonnata. Di strada ne era stata fatta, a piedi, per raggiungere la scuola. Nelle orecchie le parole delle mamme. "Cercate di studiare molto, così da grandi, avrete una vita migliore"
Una vita migliore? Chissà cosa voleva dire. Non era forse già bella la loro? Avevano una famiglia. Amici per giocare, prati per correre, alberi, dove arrampicarsi per mangiare frutta. D'estate la libertà nei prati sul monte con le mucche e le pecore da pascolare. Che chiedere di più? Sorride la scuola. Ne ha visti passare di bambini. Chissà dove saranno ora. Ma lei li ricorda tutti con amore e vorrebbe poter risentire tutte quelle voci insieme, cantare un girotondo. Una folata di vento forte, fa sbattere un'imposta. Entra nella stanza e girando attorno, fa cadere calcinacci. La scuola, si desta d'improvviso. Era stato solo un bellissimo sogno. Da troppi anni quelle voci, sono solo nei suoi ricordi. La lavagna non c'è più. La carta geografica, cade a pezzi, logorata dal tempo. Il sole del disegno è sbiadito e il cielo ingrigito. Solo pietre fatiscenti. Sono andate via le famiglie. “Spero abbiano trovato, quella vita migliore, che desideravano”. pensa la scuola. Intorno a lei solo altre pietre cariche di ricordi. Una grande tristezza la invade, è difficile lasciarsi andare alla rassegnazione. Guarda verso il cielo e lo prega, di mandarle una nuvola, che possa piangere per lei.



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