MBOLE
Era piccola la scuola, in quel paesino di montagna. Una sola
stanza e un’
unica maestra, per insegnare a alunni dalla prima alla quinta elementare.
Sul libro di lettura, c’era la figura di una bambola e alla domanda rivolta
alle bambine, per sapere se ne possedessero una, la risposta fu un no corale.
Ed ecco l’idea. Cercare di far sì, che le bambine imparassero la manualità del
cucito. All’epoca le donne, oltre a tutte le mansioni in casa e nei campi,
coltivavano la canapa. Al momento giusto, dopo averla tagliata, la mettevano
a macerare nell’acqua di un torrente o
di un laghetto, fermandola con pesanti pietre. In seguito, dopo varie
manipolazioni, ne ricavavano un filato, che al telaio, si sarebbe trasformato
in lenzuola, tovaglie ed altre cose. L’insegnante chiese alle alunne di portare pezzetti di
questa tela ed anche pezzetti di stoffa di abiti vecchi, che venivano buttati.
L’aula si trasformò in un laboratorio. Furono tagliati vari modelli di braccia,
gambe, corpi e testine. Questipezzi, dopo
essere stati cuciti, con risate e dita
punte da aghi, cominciarono a prendere
forma. Furono imbottite di stoppa, si prepararono vestitini e in breve tempo, ogni bimba, potè abbracciare
la propria bambola. I visini, erano stati disegnati, con l’aiuto della maestra,
seguendo i consigli delle novelle sarte.
Questo, è il racconto di una nonna alla
nipotina, che aveva trovato, in una scatola in fondo all’armadio, questa
bambola di canapa, conservata, come prezioso tesoro.
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