selenevalentina

domenica 28 febbraio 2016



MBOLE
Era piccola la scuola, in quel paesino di montagna. Una sola stanza e un’
unica maestra, per insegnare a  alunni dalla prima alla quinta elementare. Sul libro di lettura, c’era la figura di una bambola e alla domanda rivolta alle bambine, per sapere se ne possedessero una, la risposta fu un no corale. Ed ecco l’idea. Cercare di far sì, che le bambine imparassero la manualità del cucito. All’epoca le donne, oltre a tutte le mansioni in casa e nei campi, coltivavano la canapa. Al momento giusto, dopo averla tagliata, la mettevano a  macerare nell’acqua di un torrente o di un laghetto, fermandola con pesanti pietre. In seguito, dopo varie manipolazioni, ne ricavavano un filato, che al telaio, si sarebbe trasformato in lenzuola, tovaglie ed altre cose. L’insegnante  chiese alle alunne di portare pezzetti di questa tela ed anche pezzetti di stoffa di abiti vecchi, che venivano buttati. L’aula si trasformò in un laboratorio. Furono tagliati vari modelli di braccia, gambe, corpi e  testine. Questipezzi, dopo essere stati cuciti, con risate e  dita punte da aghi, cominciarono a  prendere forma. Furono imbottite di stoppa, si prepararono vestitini e  in breve tempo, ogni bimba, potè abbracciare la propria bambola. I visini, erano stati disegnati, con l’aiuto della maestra, seguendo i  consigli delle novelle sarte. Questo, è  il racconto di una nonna alla nipotina, che aveva trovato, in una scatola in fondo all’armadio, questa bambola di canapa, conservata, come prezioso tesoro.

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