Implacabile il tempo ovunque si posa
lasciando il segno del proprio passaggio.
Anche su voi vecchie porte di legno
a lungo ha sostato.
Ed ora dal vento socchiuse
più non siete custodi di passate realtà
in case di pietre lasciate
aggrappate a un declivio montano.
Defluiscono adagio ricordi
perdendosi in alto fra nubi.
Racconti di vite incerte
a dissodare grami terreni.
Racconti di amori veri
riuniti intorno a un focolare.
Non vogliono perdersi nel vento
e una preghiera rivolgono a voi.
Fermateli su carta, su foto
che rimangano ricca eredità
a chi ancora deve venire.
lasciando il segno del proprio passaggio.
Anche su voi vecchie porte di legno
a lungo ha sostato.
Ed ora dal vento socchiuse
più non siete custodi di passate realtà
in case di pietre lasciate
aggrappate a un declivio montano.
Defluiscono adagio ricordi
perdendosi in alto fra nubi.
Racconti di vite incerte
a dissodare grami terreni.
Racconti di amori veri
riuniti intorno a un focolare.
Non vogliono perdersi nel vento
e una preghiera rivolgono a voi.
Fermateli su carta, su foto
che rimangano ricca eredità
a chi ancora deve venire.
Le porte… come persone! Così io leggo, cara Valentina, questa tua lirica! Si’ hanno tanto da raccontare, ma hanno bisogno degli umani (a cui si rivolgono) perché fissino “su carta, su foto”… i racconti “di vite incerte” e “di amori veri” della nostra Valceno! Ormai il tempo in cui si dissodavano “grami terreni” è troppo lontano e le vecchie porte (quando ancora ci sono!) delle case di pietra, ahi, non sono più custodi di queste realtà…
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