Mi sono soffermata ad ascoltare
un refolo che mi riporta ricordi
di cose di un tempo ormai lontano
risvegliate oggi d’improvviso
da una voce con accento straniero,
di un nipote di vecchi emigranti.
Mi chiedeva dove fossero finite
le cose raccontate dai nonni
partiti dopo la crudele guerra.
Dov’era l’aiuto fraterno
che si dava la gente di un tempo?
Dov’erano le porte lasciate aperte
senza il timore di essere derubati?
Dov’erano le fette di torta
che nei giorni di sagra del paese
le vicine si scambiavano insieme
a qualche confidenza sottovoce.
Dov’erano i bambini che per strada
giocavano insieme a fare tana?
E’ diversa l’Italia che ha trovato
la gente è frettolosa e indifferente.
I bambini sono davanti ai videogiochi
e non vengono scambiate le torte
fra vicine che quasi non si conoscono.
Non può raccontare ai nonni i cambiamenti
li vedranno senz’altro dal paradiso.
Ma a lui resteranno gli insegnamenti
e ritornato nell’opposto continente
continuerà a mantenerli vivi
insieme a figli e nipoti di altri emigranti.
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