Dedicato alla tartaruga di Rosanna Lecce.
Non ho mai visto (tenendo conto di quanto poco io vedo, ma se a qualcuno è capitato di vederla, è pregato di farmelo sapere) una tartaruga nel presepio. A me le tartarughe piacciono molto. Mi ispirano tenerezza e mi trasmettono il dono della pazienza che ritengo essere, nella vita, dote importante.
Un giorno d'estate ero sulla sedia a sdraio, all'ombra di un pergolato di passiflora, nel mio giardino, quando ho visto avvicinarsi alla rete, a maglie larghe, che mi separa dal mio vicino, un simpatico musino. Era quello di Valentina, una tartarughina (Io la chiamo con il mio stesso nome per due ragioni: perché lei veramente... va-lentina e perché, rifacendomi al latino, valens valentis, fa capire che vale. Mi riferisco, naturalmente, solo a lei). Era abituata a farmi visita, perché sapeva di trovare sempre qualche pezzetto di mela, della quale era molto golosa. Era proprio in quel pomeriggio che pensavo, anche se era ancora lontano, al Santo Natale. Non amo il consumismo, che oggi viene abbinato a questa festività, ma il presepe mi fa tornare ai veri valori appresi da bambina. Così, mentre porgevo il pezzetto di frutta, mi ritrovai a chiedere alla mia ospite se sapeva qualche cosa su questa assenza. Dopo tutto non era certamente la prima volta, che facevamo lunghe chiacchierate su vari argomenti. Lei inghiottì il bocconcino, mi guardò pensosa per qualche momento, poi nei suoi dolci occhi si accese una luce. “Sì, sì, ricordo una cosa, che ci è stata tramandata da una mia bis, bis, bis … nonna. Effettivamente, quando nel cielo era apparsa la stella cometa, molta gente si era messa in cammino per andare ad adorare quel Bambinello. C’erano naturalmente i cammelli, i pastori portavano agnelli e i contadini, in dono, galline e conigli. Anche lei si era messa in cammino, ma, nonostante le sue preghiere, nessuno l’aveva presa in braccio per aiutarla. Così quando giunse, la Sacra Famigliola se n’era già andata e ognuno stava ritornando al proprio luogo di provenienza. Sapeva che, se Dio l’aveva creata così lenta, aveva i suoi buoni motivi e non doveva certo essere lei a lagnarsi. Questo desiderio inappagato era rimasto però nel profondo di ognuna di loro”. Aggiunse che una volta aveva sognato di essere anche lei insieme agli altri animali ad adorare Gesù, ma, al risveglio, era rimasto solo il desiderio. In quel momento un’idea cominciò a farsi strada nella mia mente e le dissi.”Ti prometto che un giorno anche tu potrai avere un presepio, col Bambinello, a tua disposizione“. Nel suo sguardo c’erano sorpresa, speranza, ma anche incredulità. Girò adagio su se stessa e lentamente andò a mettersi all’ombra di un cespuglio di rose. Bene! Avevo fatto una promessa e dovevo mantenerla. Il giorno dopo chiamai gli operai. C’era già nel giardino, sotto al pergolato, una nicchia, con la statua di una Madonnina. Bastava solo fare qualche modifica e il gioco era fatto. In breve tempo il lavoro venne completato ed ora dovevo mettermi all’opera. Non potevo aspettare il Natale. In quei giorni, Valentina dormiva nella sua tana, ma quello che contava era l’intenzione. Nella base della nicchia, preparai un presepio. Era piccolo, ma c’erano la Madonna, San Giuseppe, il Bambinello, il bue, l’asinello e qualche pastore con relativi animali. A quel punto chiamai Valentina, sollevai un poco la rete, tanto lo avevamo fatto altre volte, e le dissi: “Ora ti prendo in braccio, tu chiudi gli occhi e aprili solo quando lo dirò io. C’è una sorpresa per te”. Lasciò fare e quando la depositai delicatamente davanti al presepio e le dissi di guardare, il suo stupore mi appagò completamente. Sapevamo entrambe che eravamo di fronte solo ad un simbolo, non al fatto di 2000 anni prima. Ma quando un simbolo porta amore e bontà nel cuore è ben accetto. Vi assicuro che la tartarughina era emozionata e rimase a lungo ad ammirare l’insieme; poi sussurrò: “Ora posso dire che ho realizzato il desiderio della mia ava. Peccato che questa gioia, magari, non si ripeterà più”. “Eh, no, amica mia! Questo presepio resterà qui per sempre e potrai venire quando vorrai”. Avvicinò la sua testolina alla mia mano, per cercare una carezza. Poi fece dietrofront e si incamminò verso il solito cespuglio di rose, felice come non mai. La guardai allontanarsi e vi garantisco che il suo passo era più veloce. Potere della gioia.
(Valentina Selene Medici)
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