Rammenti, mamma, il crepitar del fuoco….
la fiamma lenta consumava
l’ultimo ciocco aggiunto
...nelle fredde sere dell’inverno bardigiano.
Sedevi su una sedia vicino alla stufa bianca.
Ero bimba ancora e sulle tue ginocchia
mi mettevo a cavalcioni.
ti mettevo le braccia intorno al collo
il capo appoggiavo contro il tuo viso.
e il cuore s’impregnava di quell’attimo d’amore.
Non parlavamo, perse ognuna, in autonomi pensieri
il silenzio della sera ci univa, fino a quando mi dicevi
“Ti porto a letto, domani c’è la scuola”
Era gelida la piccola stanza al piano superiore
ma rannicchiata sotto le coperte, era il calore
di quell’abbraccio appena sciolto
che mi faceva entrare nel mondo dell’oblio
la fiamma lenta consumava
l’ultimo ciocco aggiunto
...nelle fredde sere dell’inverno bardigiano.
Sedevi su una sedia vicino alla stufa bianca.
Ero bimba ancora e sulle tue ginocchia
mi mettevo a cavalcioni.
ti mettevo le braccia intorno al collo
il capo appoggiavo contro il tuo viso.
e il cuore s’impregnava di quell’attimo d’amore.
Non parlavamo, perse ognuna, in autonomi pensieri
il silenzio della sera ci univa, fino a quando mi dicevi
“Ti porto a letto, domani c’è la scuola”
Era gelida la piccola stanza al piano superiore
ma rannicchiata sotto le coperte, era il calore
di quell’abbraccio appena sciolto
che mi faceva entrare nel mondo dell’oblio
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